Mia-cara-Italia




Cara Italia,

ti scrivo in un afoso pomeriggio di giugno, sorseggiando un caffè dal retrogusto assolutamente amaro. Ho mille cose da dirti che probabilmente non ti farà troppo piacere ascoltare, forse girerai la faccia dall’altro lato e non ascolterai le mie parole.

Le riterrai inopportune e fuori luogo, ti sentirai ferita e forse anche tradita da me, mi lancerai uno sguardo distratto e penserai che mi sono solo montata la testa dopo la mia esperienza all’estero.

Non sono qui per una grande scenata o roba del genere, non ho voglia di urlare o roba simile, la rabbia ha ormai lasciato spazio alla rassegnazione.

Mi hai delusa mia cara patria, mi hai lasciato partire cinque anni fa senza cercare di fermarmi, senza darmi le possibilità che mi spettavano, mi hai lasciato riempire una valigia piena di paure  e sogni e mi hai lasciato andare.

Ho pianto molte volte pensando al modo in cui ti sei ridotta e di come tu non abbia fatto nulla per migliorare, ti vantavo dall’altra parte del mondo e ti difendevo con tutte le mie forze con chiunque cerca di offenderti.

Ho vantato le tue beltà, ho sempre mostrato il mio orgoglio nell’appartenerti nonostante tutti i luoghi comuni che all’estero hanno di te. Durante quegli anni a volte mi sei mancata da morire, alla fine tu sei le mie origini, le mie radici.

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Così un giorno ho deciso di ritornare da te, di ridarti un possibilità, di riprovare ad essere parte di te, con la vana speranza che nel frattempo tu fossi cambiata, ti fossi accorta dei tuoi errori e avessi cominciato a riparare i danni fatti.

Ero pronta a perdonarti e ricominciare, ma,  mi hai deluso per l’ennesima volta.

Non stai facendo assolutamente nulla per cambiare, sei ancora li a farti offendere, deturpare e umiliare. Ti osservo in silenzio e mi rendo conto di come in realtà la colpa di tutto questo scempio non sia solo tuo, eh no, forse tu sei solo la vittima di tutti coloro che dicono di appartenerti.

È il tuo popolo che ti sta portando al macero, sono i tuoi cari italiani con il loro modo di fare e i loro atteggiamenti a lasciarti morire lentamente come sosteneva una famosa poesia.

Il tuo popolo ti ha tradito e ti ha poi scaricato tutte le colpe  di questo fallimento e tu zitta, senza reagire ti sei accollata tutte le colpe di una mentalità troppo vecchia per essere parte di un mondo che è molto più avanti di te.

Sono tornata e ho trovato tutto statico e fermo, ho notato di come le persone siano diventate sempre più scontrose e di come abbiano perso ogni speranza nel futuro.

Ma lo vuoi sapere cosa mi fa davvero rabbia di questa gente?

Beh non capisco perché se le cose gli vanno davvero così strette non facciano assolutamente nulla per cambiarle, continuano a lamentarsi a puntare il dito contro tizio o caio, ma che poi restino immobili nella loro infelicità e si accontentino di ciò che hanno.

Ognuno si sente vittima, ma io credo che se tu sei arrivata a questo punto è solamente colpa nostra, con il nostro essere scorretti e menefreghisti.

Se il tuo sistema non funziona più di chi credi sia la colpa?

Da chi è costituito il sistema?

Da tutti noi, siamo stati noi a renderlo marcio trovando mille sotterfugi, noi non siamo riusciti a difendere e preservare tutte le nostre bellezze.

Ti abbiamo spremuto come un limone fino all’ultima goccia per avere dei vantaggi personali, e tutto il popolo a non rispettarti non solo chi è al potere.

Giriamo la faccia davanti le ingiustizie e le corruzioni specialmente se possono portare vantaggi a noi stessi, ci sentiamo furbi e quindi molti di noi si sentono il potere di rubare il proprio stipendio, danneggiamo tutto ciò che ci circonda per poi lamentarci che non venga ricostruito, imbrattiamo e sporchiamo le nostre città senza nessun logica e senso, siamo diventati irriverenti ed arroganti, abbiamo perso la sete d’informazione e crediamo a quello che il primo che incontriamo per strada ci racconta, senza verificare se sia vero o meno.

Additiamo la colpa del nostro fallimento agli immigrati perché non siamo capaci di farci un esame di coscienza approfondito per renderci conto che se siamo arrivati a questo punto e perché tra di noi ci sono troppe mele marcie.

È colpa di chiunque altro eccetto che di noi stessi, e per rendersene conto basta guardare tutto quello che succede negli ultimi tempi.




Troppo facile dare la colpa al primo immigrato di turno piuttosto che scavare a fondo nella verità di questa situazione.

Ti abbiamo ridotto noi a brandelli e stiamo continuando a farlo, non rispettandoti, calpestando la tua anima e rendendoti ridicola agli occhi dei molti.

Vivendo all’estero ho capito che è il popolo a fare il paese e quindi se la nostra cara patria è in queste condizioni vuol dire che la falla è nel popolo stesso.

L’altra sera mi sono imbattuta nel film di Sordi “Il Vigile”, e guardandolo mi sono resa conto di come a distanza di più di cinquant’anni i problemi del nostro bel paese siano praticamente gli stessi, noi italiani non ci siamo evoluti, siamo rimasti attaccati ad un mentalità vecchia ed obsoleta e ci fa terribilmente paura cambiare ed innovarci.

Se solo ci si prova iniziano un mare di polemiche.

Questo caffè più lo bevo e più diventa amaro mia cara Italia, perché mi rendo conto che siamo ancora ben lontani dal risollevarci dal marciume nel quale siamo caduti.

Ci vorrebbe una rieducazione di massa, si dovrebbe spingere gli italiani alla sete di conoscenza, ora come ora, siamo ben lontani nell’essere la patria di Dante e Boccaccio, giusto per citarne due.

Ci accontentiamo, non vogliamo cambiare la nostra mentalità un po’ retro e continuiamo a vivere di sotterfugi.

Fino a quando non sarà il popolo a voler cambiare nulla potrà mutare, potremo continuare a prendercela con i politici e con gli immigrati, senza far nulla nel nostro piccolo per fermare questa versione di tendenza.

La verità è che ci piace lamentarci ma che non abbiamo nessuna intenzione di migliorare, accettiamo tutto passivamente perché è molto più facile e comodo, ma, così gli anni passano e noi restiamo sempre più indietro.

Svegliati Italia, scuoti il tuo popolo, guidalo in questa trasformazione per ritornare ad essere uno dei luoghi più belli al mondo.

Io sono pronta a dare il mio supporto se doveste decidere di cambiare le cose, perché io anche se vivo all’estero  sono profondamente legate a te mia dolce Italia e davvero spero che un giorno tu mi possa dare la possibilità di ritornare in patria invece di essere così lontana da te.

Spero che questa mia sorta di lettera  a cuore aperto non ti abbia offeso e che tu possa fare tesoro dei miei suggerimenti.

By Stefania

[…]

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