Ricordo ancora il mio primo giorno.
Arrivai in tarda serata a fine febbraio, c’era buio e stava nevicando.
Me l’aspettavo, visto che mi trovavo poco a sud del polo nord.
Ero in Islanda!!!
Nonostante le temperature oscillassero tra i -13° e i -2° non faceva poi così freddo. Oppure faceva freddo, ma ero cosi tanto emozionata che non c’avevo fatto caso.
Una cosa sicuramente non l’ho potuta ignorare.
La mattina dopo il mio arrivo, quando iniziava il mio viaggio alla scoperta della terra del ghiaccio e del fuoco, non potevo uscire di casa: un metro e mezzo di neve bloccava la porta.
Ho vissuto un po’ qua e un po’ là in Europa e personalmente credo che non esista una nazione perfetta che possa assicurare a tutti una vita beata e felice.
Ognuno di noi ha bisogno di trovare il proprio equilibro, capire quali sono le cose essenziali nella propria vita a cui non può fare a meno e vedere se il paese in cui vive combacia con le proprie aspettative.
L’Islanda è sicuramente quel paese nordico che quando te lo immagini, così su due piedi, lo categorizzi come ambiente ostile, freddo, buio e isolato.
Senti dire che gli stipendi sono alti ma anche che il costo della vita è uno dei più alti al mondo.
Qualche statistica riporta che la criminalità è quasi nulla e alcune notizie calcistiche mostrano gli islandesi come un popolo molto unito.
In automatico magari colleghi la posizione geografica, l’inverno lungo e il clima rigido ad uno stato perenne di depressione (comprovato?) e di vita infelice perché si insomma… c’è sempre buio, fa freddo tutto l’anno e dopo un giro in macchina di dieci giorni hai visto tutta l’isola e non c’è più niente da fare, giusto?
E invece no!
In realtà in Islanda c’è molto di più! Ecco perché ti voglio parlare della mia esperienza personale e di come tantissime cose qui hanno avuto un impatto enorme sulla mia vita.
La lista è molto lunga ma mi concentrerò su quelle che, secondo me, hanno un’influenza maggiore per chi si è appena trasferito sull’isola.
Partiamo!
Leggi anche:
- Voglio trasferirmi all’estero: i miei suggerimenti
- Cos’è l’AIRE e perché iscriversi
- L’AIRE e l’assistenza sanitaria
- Residenza all’estero: e le tasse?
Articoli che potrebbero interessarti:
- Vivere in Islanda: primi passi
- Lavorare in Islanda: come, dove, quando
- Guida al sistema sanitario islandese
- Il sistema scolastico islandese
Consigli per gli acquisti:
- Zaini da viaggio: la guida pratica per scegliere il migliore
- Le migliori valigie rigide da viaggio: guida all’acquisto
- I migliori traduttori vocali: guida all’acquisto
LA MIA VITA IN ISLANDA:
PRO E CONTRO
1) LAVORO FLESSIBILE, SECONDO LE TUE NECESSITÀ
Qui in Islanda, se hai una buona conoscenza della lingua inglese, puoi trovare lavoro in una settimana!
Per chi ha spirito di adattamento poi, è un’opportunità buona per fare un po’ di soldi, esperienza ed essere indipendente a livello economico.
Parlo comunque di lavoro e non di impiego perché, come in ogni paese, per lavorare in determinate posizioni è necessaria la lingua del paese e l’islandese non è una lingua facile da imparare.
Ma di lavoro ce n’è tanto, soprattutto in settori come la ristorazione o quello turistico, e la grande richiesta è indotta sia dalla crescita economica di questi ultimi anni sia dal continuo via vai di persone che più di tot tempo non rimangono stabilmente a vivere in Islanda.
Per fare un esempio, un giorno ho consegnato dei curricula in alcuni bar/cafè/ristoranti in centro a Reykjavik e nei due
giorni successivi ho ricevuto tre richieste di lavoro.
Oppure un lavoro d’ufficio, l’ho trovato anche nel giro di una settimana!
In aggiunta a questa flessibilità, è doveroso aggiungere che l’ambiente lavorativo non è stressante.
Te lo dico perché l’ho vissuto sulla mia pelle: sono liberissima di lavorare tanto, fare poche pause, dare oltre il massimo e fare sacrifici, stressarmi per ogni problema e mettermi ansia nel trovare delle soluzioni…ma nessuno lo esige da me o me lo vuole imporre.
Hai presente quel mondo idilliaco dove lavori, magari lavori tanto quando serve, ma sei rilassato, contento e abbastanza soddisfatto?
Quel mondo dove, se hai qualche necessità personale che si sovrappone con i tuoi impegni lavorativi, questa viene tranquillamente messa prima di essi?
Ecco, qui al primo posto c’è la persona e la sua vita privata.
Poi il lavoro è una parte di questa.
Per esempio, posso spendere dei minuti a parlare con i miei colleghi senza sentirmi osservata e mal giudicata perché non sto facendo quello che sono pagata per fare.
Posso usare il telefono se voglio mandare un messaggio, senza dare spiegazioni, perché io stessa capisco le circostanze, il flusso di lavoro e come portare a termine ciò che mi viene richiesto.
Le preoccupazioni scivolano via, gli errori esistono ma non vengo catalogata a causa di essi, si sbaglia, si risolve, si cerca di non sbagliare più e basta.
Al massimo, anzi spesso, ci si ride sopra. 😉
In generale, se ti comporti bene e non te ne approfitti, sei cordiale, disponibile e porti a termine il tuo lavoro, sei già un dipendente modello.
Oltre a tutto ciò, chi lavora in Islanda, ottiene anche alcuni benefici in base alla categoria e all’unione di lavoratori di cui si fa parte, come per esempio un ricorso sulla quota annuale della palestra, un rimborso sui corsi di studio o di specializzazione lavorativa, i rimborsi su alcune spese mediche o spese per gli occhiali.
E non importa se sei un impiegato, un cameriere o un manager…questi diritti sono per tutti!!!
Davvero il lavoro non è solo lavoro!
LE ATTIVITÀ DA NON PERDERE
2) UN’ISOLA TRANQUILLA, FORSE TROPPO
Provengo da una città italiana di medie/grandi dimensioni, abitavo in centro città ed ero abituata a percorrere certe distanze a passo di lumaca a causa del traffico, con in sottofondo, un pressante inquinamento acustico.
La città era viva, c’erano tantissimi eventi ogni giorno, tante proposte e locali sempre aperti.
E se avessi voluto respirare un po’ di aria pulita? Gita in montagna il fine settimana.
Arrivata a Reykjavik, la capitale dell’Islanda, mi sono trovata catapultata in una città a misura d’uomo, dove tutte le strade sono super organizzate (con ciclabili) e in 10 minuti di macchina si può raggiungere qualsiasi parte del centro.
E il traffico?
Devo essere proprio sfortunata se percorro quella strada di collegamento tra Reykjavik e la zona sud e trovo una colonna nei 20 minuti di punta. Per strada, inoltre, c’è così tanto silenzio nell’aria che ogni colpo di clacson mi fa sussultare e mi lascia sconcertata.
Purtroppo alla tranquillità islandese consegue anche una limitata offerta di eventi, orari ridotti nei negozi, centri commerciali, bar/ristoranti e causa maltempo spesso sono costretta a rimanere in casa.
Durante le festività poi è tutto chiuso e fuori non c’è anima viva.
Nonostante tutto questo, cascasse il mondo (letteralmente leggere bufera di neve) ogni fine settimana la città si anima e i bar si riempiono di gente di tutta l’età consentita, per fare festa tutta la notte.
Prima di passare al terzo punto, ecco una serie di fotografie che ho scattato durante la mia permanenza in Islanda…
3) L’INVERNO BUIO E FREDDO MA CON LE PISCINE TERMALI
Della serie: cose a cui ti dovrai abituare per forza. Tutto l’anno, anche d’inverno, la sfera sociale viene alimentata soprattutto nei fine settimana nei tantissimi bar in centro o in altre feste speciali.
Ma visto che ho lasciato alle spalle i miei anni festaioli, da quando sono in Islanda, ho fatto posto ad una nuovissima passione nordica, che a mio parere, non ha eguali: le piscine termali all’aperto.
Parto con una premessa…
L’Islanda utilizza quasi solo energia rinnovabile, la maggior parte della quale geotermica, per fornire acqua, elettricità e riscaldamento ai locali di tutta l’isola a un costo veramente esiguo.
Grazie all’acqua vulcanica, tutte le case sono super riscaldate e la maggior parte delle piscine sono all’aperto, sia quelle termali sia le classiche piscine olimpioniche.
Succede quindi che nel periodo invernale, con temperature sotto lo zero e neve un giorno su due, è una routine per noi finire di lavorare e fermarci in piscina prima di cena.
Si esce in costume da bagno con il freddo che ti mangia vivo e poi ci si lascia coccolare dall’acqua calda.
Ciliegina sulla torta?
L’aurora boreale sopra la testa. 😉
LE ATTIVITÀ DA NON PERDERE
4. L’ESTATE A 10 GRADI E 24H DI LUCE
Come ho scoperto che l’inverno ha i suoi pro e i suoi contro, così anche l’estate in Islanda, nonostante la perenne presenza di luce, può avere i suoi lati oscuri.
L’estate in Italia è sempre stata per me un faro di luce alla fine dell’inverno paralizzante.
Ciò creava in me un’aspettativa talmente grande che quasi mi dimenticavo delle temperature infernali, quelle che ti proibiscono di goderti l’estate come si deve o di lavorare in condizioni accettabili.
Ai primi colpi di caldo, la mia aspettativa si riduceva a una mera attesa del periodo di ferie e alle boccate d’aria post 17:30 quando le temperature davvero lasciavano spazio a un po’ di tranquillità.
Qui in Islanda non c’è il rischio di correre questo pericolo.
Le temperature massime che si raggiungono d’estate sono mediamente sui 8°/12° gradi e alcune giornate nuvolose possono veramente farti porre la fatidica domanda “e questa dovrebbe essere estate?”.
Alcuni giorni brutti rischiano di non passare più.
Se poi aggiungo che vedo le foto dei miei amici in Italia tra aperitivi in spiaggia, magliette a maniche corte e occhiali da sole, mi sale davvero addosso la depressione.
Questi sono forse i miei momenti più difficili dell’anno.
Una delle cose che mi salva però, oltre a qualche escursione nel mezzo della natura incontaminata alla scoperta dell’isola, è che mi viene concesso di prendere un mese di ferie.
A questo punto non mi rimane altro che giocarmela bene con un biglietto aereo direzione CALDO e godermi liberamente l’estate come me la sono sempre immaginata.
Infine, ci si abitua anche alla luce continua, che sommata all’aria fresca dona giornate da 36 ore dove si può fare di tutto e di più.
Le ore di sonno e la qualità delle stesse si riducono drasticamente per lasciare spazio a dei super poteri perché è difficile provare reale stanchezza quando il tuo corpo è continuamente baciato da un cielo chiaro non-stop.
L’unica soluzione per dormire decentemente è avere delle tende scure pesanti e una mascherina.
Possibilmente dopo un’ora passata in palestra a fare esercizi.
Queste sono le caratteristiche di una vita in Islanda che più mi hanno colpito e cambiato lo stile di vita e di cui ora come ora farei tanta fatica a farne a meno!
Un “caldo” abbraccio.
Giorgia
[…]
Ehi, aspetta un attimo prima di cambiare pagina.
Se sogni di trasferirti ma non sai da dove cominciare, ecco un test che ti aiuterà a capire qual è la strada da percorrere.
Bene, ora siamo davvero pronti.
Clicca qui e scarica gratuitamente la guida che ti svelerà quali sono le 11 cose da sapere prima di trasferirsi all’estero…
In bocca al lupo!
Francesco
5 commenti su “LA MIA VITA IN ISLANDA”
Ciao Giorgia, piacere.
Sono tra quelli che deve andarsene dall’Italia.
Mi piacerebbe fare una esperienza di lavoro a Reykiavic, vorrei partire solo dopo aver trovato almeno per un primo periodo di tempo, un lavoro, per Nondover spendere e basta e inserirmi nelle problematiche vere. Pensavo di contattare eventuali aziende italiane che necessità di concittadini con qualche utile skill. Ma anche solo ristoranti. Sono molto qualificato, ma non me ne frega nulla 😉
Immagino esistano gruppi di connazionali, magari su facebook o simili, di Reykiavic ai quali posso propormi. Sai darmi qualche dritta?
Grazie, Michele
Ciao Michele,
Certamente puoi provare a trovare lavoro prima di trasferirti ma considera in particolare la ricerca sul luogo.
Solitamente viene richiesto un colloquio di persona prima di confermare la posizione e il contratto.
Inoltre, per esperienza personale, è molto piú facile, chiaro e veloce presentarsi di persona anche per la consegna dei CV perché possono richiederti un colloquio lí su due piedi oppure darti indicazioni per la corretta procedura di invio del CV all’impresa/manager in carica.
Su facebook c’è il gruppo “Italiani d’Islanda (no Turismo)” dove vengono condivise problematiche, novità, eventi o notizie interessanti relative alla vita degli emigrati italiani in Islanda.
In bocca al lupo!
Giorgia
Ciao Giorgia,
mi chiamo Giacomo e ho (quasi) 32 anni.
Il mio obiettivo è sempre stato trasferirmi nella “piccola Scandinavia” (Danimarca o Islanda) e da molto tempo l’Islanda è divenuta la mia meta. Ho un CV con esperienze lavorative impiegatizie di circa 10 anni, ma sono disposto anche a cambiare lavoro e ad adattarmi ad altro, oltre che ovviamente ad imparare l’islandese. Parlo bene l’inglese, anche se non ho un C1.
Quello che più mi preoccupa di più è trovare un’occupazione una volta lassù.. prima pensavo di fare un soggiorno di 10-15 giorni da turista per vedere come mi “acclimato” nei confronti dell’isola, per poi ritornare non troppo lontanamente e trasferirmi permanentemente.
Che tu sappia, consegnare i CV in inglese ai vari locali/uffici è un buon metodo per trovare un lavoro?
O ci sono altri metodi più efficaci?
Grazie in anticipo dei consigli, se saprai e vorrai darmeli.
Giacomo
Ciao Giacomo,
Il tuo piano mi sembra perfetto! Arrivare da turista ti permetterà innanzitutto di avere un po’ più di tranquillità per diventare familiare con i luoghi del centro di Reykajvik e non solo.
Per quanto riguarda la ricerca del lavoro sì, ti consiglio di consegnare i CV in lingua inglese a mano nei vari locali e uffici, poi in alcuni possono loro chiederti direttamente di mandarlo via email.
Ti consiglio inoltre di leggere l’altro articolo che ho scritto LAVORARE IN ISLANDA: COME, DOVE, QUANDO. Lo trovi qui sul blog e potresti trovare qualche altro consiglio interessante. In bocca al lupo!
Giorgia
Questo blog è bellissimo e mi ha fatto venire sempre più voglia di venire in Islanda. Durante un corso di studi all’estero ho conosciuto un ragazzo islandese di nome Olafur e mi ha sempre affascinato quest’isola tra i ghiacciai. La mia vita ha avuto un decorso diverso, ho vissuto in Spagna, poi sono tornata in Italia mi sono sposata, ho avuto due figli e anche se la mia vita è abbastanza soddisfacente il sogno islandese non è mai svanito. Grazie per farmi immedesimarmi in quel paese che mi affascina tanto.