ITALIANI ALL’ESTERO: QUELLO CHE NON SIAMO

Italiani-all'estero




Pochi giorni fa, mentre ero su Facebook, mi sono imbattuto in un articolo che uscì ormai un anno fa.

Lo ha scritto un giornalista de “Il fatto quotidiano”, il Sig. Matteo Cavezzali.

Lo trovi qua.

Ed ecco che subito mi viene in mente il post di risposta che una nostra fedele blogger mi inviò…

Lei si chiama Francesca e vive in Svezia.

Il titolo è “ITALIANI ALL’ESTERO. QUELLO CHE NON SIAMO!!!”

Oggi dovrei raccontarvi della mia impressione riguardo alla comunità italiana in Svezia, poiché è qui che vivo.

Eppure, quando parlo di italiani all’estero, non riesco a non ricordare tutte quelle incredibili storie che ho ascoltato e fatto mie, lungo il percorso che mi ha portato fino a qui al nord Europa.

Perciò perdonatemi fin da subito se non concentrerò il discorso specificamente sulla comunità italiana in Svezia, ma non posso fare a meno di dedicare questo post a tutti gli italiani che ho incontrato nel mondo.

A tutte quelle splendide (e non) persone che hanno reso speciale ogni mia permanenza all’estero con quel tocco di italianità che non guasta mai.

Perché se c’è una cosa che ho imparato in questi anni di girovagare è che noi italiani possiamo (e dico possiamo) essere persone dal cuore immenso e con una forza di volontà da far invidia a chiunque.

Di Italiani all’estero ce ne sono di tutti i tipi.

Chi parte giusto per fuggire per un po’ dalla monotonia della propria vita, chi vuole imparare una lingua nuova, chi desidera realizzare un sogno che in Italia rimarrebbe tale, chi ancora si è visto licenziare e cerca nuove opportunità lavorative, chi segue l’amore e chi invece scappa e cerca, cerca, cerca qualcosa che forse non esiste nemmeno.

Insomma, gli italiani che vivono all’estero sono diversi tra di loro e le ragioni che li spingono a espatriare sono delle più svariate.

Eppure ho ritrovato in tanti alcuni aspetti che ci accomunano.

Gli Italiani all’estero non sono solo quelli che amano lamentarsi del cibo che non è mai all’altezza di quello preparato da mammà né tantomeno quelli descritti dal giornalista Cavezzali nell’articolo “Italiani all’estero, ecco come passano realmente il loro tempo”, sul Fatto Quotidiano.

Proprio a Cavezzali vorrei dire alcune cose che so sugli italiani all’estero.

Perché si, io ho viaggiato tanto e ho vissuto in realtà estremamente diverse dall’Italia: ciò mi permette di poter dire la mia sulla questione, a differenza del giornalista che si è limitato a descrivere la vita di persone che non conosce attraverso una indagine trasversale, comodamente dal suo Pc, magari gustandosi un bel caffè espresso italiano, quello che a noi manca tanto.

Il fatto che molti di noi italiani abbiano avuto la possibilità (che spesso in realtà è un’esigenza) di viaggiare e di trasferirsi lontano da casa non ci rende superiori a nessuno e non fa di noi quelle persone che Cavezzali descrive nell’articolo, quelle che tornano a casa per le feste ad abbuffarsi di lasagne, per raccontare agli amici quanto sia bello vivere all’estero e quanto sfigati siano loro a rimanere in Italia.

La realtà è ben più complessa, caro Cavezzali.

1) GIRANO SOLO CON GLI ALTRI ITALIANI

Beh?

Che ci sarebbe di male?

Il fatto di aver deciso di vivere all’estero non preclude la possibilità di frequentare altri italiani! Anzi, ti dirò di più, Cavezzali: adoro sentire parlare italiano per le strade di Stoccolma, Londra o Parigi.

Mi fa sentire a casa e mi fa stare bene. Così come adoro uscire con amici che vengono da tutto il mondo.

2) CERCANO DISPERATAMENTE UNA PIZZA DECENTE

2. CERCANO DISPERATAMENTE UNA PIZZA DECENTE

Mangiare una pizza con un gruppo di italiani e lamentarci di quanto faccia schifo è fantastico, ok?

Ci fa sentire uniti ed è una sorta di tecnica per esorcizzare la nostalgia che spesso si nasconde come un’ombra alle nostre spalle.

3) STANNO MORENDO DI FREDDO

Forse Cavezzali non sa che non tutti gli Italiani che vivono all’estero vengono dal Sud Italia.

Provi a venire a Domodossola e poi ne parliamo del freddo.

E comunque si, si gela qui a Stoccolma e spesso me ne lamento. Fortunatamente, però, il clima non è la nostra priorità nella vita e se il compromesso è quello di fare un lavoro ben pagato che in Italia non esiste…che si fotta il freddo!

Proprio a proposito dell’argomento lavoro, Cavezzali sostiene che molti di noi svolgano…

4) LAVORETTI DEL CAVOLO

…che in Italia non avremmo mai fatto!!!

Sig. Cavezzali, io ho lavorato in Australia come baby sitter, in Inghilterra come cameriera e gelataia e via dicendo. I lavoretti del cavolo spesso sono gli unici mezzi che abbiamo per iniziare una vita nuova all’estero.

Quando non conosciamo ancora la lingua del posto oppure quando cerchiamo di destreggiarci tra la burocrazia del Paese ospitante (che non sarà mai lenta come quella italiana, in ogni caso) questi lavoretti del cavolo sono oro colato.

A testa bassa e con una laurea con 110 e lode puliamo i cessi di Nantes perché poi sappiamo che lavorando sodo, all’estero, arriveremo dove in Italia ci sta chi i cessi non li hai mai puliti in vita sua.

5) SANNO TUTTO DELL’ITALIA

Non sappiamo tutto dell’Italia, ma anche da lontano si riescono a seguire le notizie riguardanti il nostro Paese d’origine.

La prima cosa che facevo al mattino quando vivevo in Cambogia era leggere i giornali on line. Poi vedevo quanto molti di questi facessero schifo e li chiudevo. Ogni riferimento è puramente casuale (ndr).

Per concludere con l’elenco in punti (da vero professionista) che Cavezzali fa per descrivere noi italiani all’estero, eccoci arrivati al…

6) NON POSSIAMO PIÙ TORNARE IN ITALIA SENZA UN SENSO DI FASTIDIO

In Italia molti di noi ci torneranno e ne saranno felicissimi, senza nessuna punta di fastidio.

Per vedere bene qualcosa, a volte, bisogna allontanarcisi.

La vista è migliore, la mente viene stimolata da nuovi spunti e l’animo è in continua eccitazione per le scoperte e le ahimè fatiche che la vita all’estero ci regala.

Guardare, fa molto bene…

Essere italiani e vivere all’estero non significa rinnegare le proprie origini.

Essere italiani all’estero non significa essere meno italiani di chi in Italia ci vive.

Anzi, Cavezzali, personalmente non mi sono mai sentita così fiera di essere italiana.

Un’italiana nel mondo.

By Francesca

[…]

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In bocca al lupo!

Francesco

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