Le giornate di pioggia mi hanno sempre messo un po’ di malinconia, come se quelle lacrime ne facessero riaffiorare delle altre. Oggi è un giorno di quelli, dove la pioggia lava un po’ di ferite, portando sicuramente un bellissimo sole qui a Melbourne. Il tempo cambia spesso, più dell’umore di una donna.
Abito in Australia da quasi due anni e tra alti e bassi sto bene, ho incontrato tante difficoltà, la nostalgia è spesso stata mia amica nelle lunghe notti d’inverno, la frustrazione di un lavoro che non ti piace e spesso la negatività mi hanno fatto quasi comprare un biglietto di ritorno.
Pian piano, dopo aver lavorato tanto, sopratutto su me stessa, sto stabilizzando questo essere eternamente “agitata”. Ho trovato l’amore per me stessa, amici e un lavoro, certo picchi di euforia combattono contro la nostalgia e la forza che a volte ti manca.
Ho sempre dato troppo, ho sempre sopravvalutato molto le persone, sono una buona, io ci credo ancora nel genere umano e sentirsi pugnalati alle spalle dall’altra parte del mondo fa lo stesso male che in Italia.
Quando ho questi momenti vado in uno dei miei posti preferiti qui a Melbourne. Si chiama Lentil as anything. É un ristorante vegetariano, in realtà è il mio posto magico. Si trova in un ex convento dismesso in mezzo ad un parco, dove una comunità di volontari cucina e anima questo posto.
L’idea è fantastica, persone dai mille colori e culture si fondono sedute ai vecchi tavoli di legno. Conosci ragazzi, conosci signore bellissime senza età, uomini di successo o chi un pranzo non se lo può comprare, tutti qui alla ricerca di ristoro. Uguali.
Dicono che gli australiani sono razzisti, forse non hanno presente gli italiani. Qui a Melbourne è così normale lavorare con gente di cultura diversa che quasi non ci faccio neanche più caso se sei cinese o brasiliano. Siamo tutti uguali e tutti con una possibilità, ovviamente sta a voi giocare le carte giuste.
Io ho sempre pensato che se non riesci a fare qualcosa è perché non lo vuoi veramente, ho conosciuto gente tanto follemente innamorata del suo sogno, e sono sicura che nessuno potrà fermarli.
Era una giornata come tante, io, il mio computer e un caffè seduta qui fuori. Mi si avvicina un vecchio signore dai capelli bianchi, con la faccia buona e curiosa. Mi chiede se può farmi un ritratto, in cambio di nulla, solo un offerta per il convento. Ovviamente accetto, onorata. Si chiama Michele di secondo nome e suo nonno era veneziano, un pittore veneziano.
Il mondo è più piccolo di quanto si possa immaginare, mi fa tanti capelli e tutti colorati con i suoi gessetti. Mi dice che la mia forza probabilmente è lì, capelli ricci e selvatici. Ecco come mi vede, selvatica e ribelle anche se ho gli occhi buoni.
Melbourne da quando sono arrivata mi da sempre una risposta, ogni dubbio, ogni domanda quando mi fermo e aspetto, ecco che mi arriva la risposta. Il signor Michele sembra un mendicante ma ha una casa di proprietà e quando era giovane lavorava in una compagnia di successo, ora ha deciso di fare ciò che ama. Dipinge e parla con i giovani che passano da questo posto, ascolta le loro storie e decanta il suo vecchio nonno veneziano.
E’ lui che mi ricordò “Fa sempre ciò che ami. Insegui solo quello, il resto, non vale la pena di essere ritratto.”
By Celeste
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