In questo articolo Luca ci racconta la sua storia da Expat e la sua scoperta dell’esenzione doganale.
Vuole condividere, come referente, l’emozione del suo rimpatrio ma anche rendersi utile diffondendo le informazioni frutto della sua esperienza.
Prenditi un minuto, la tua pausa per un caffè.
Se trascorri la tua giornata inseguendo un timer, mettilo in pausa, ti servirà!
Prima di leggere il mio post però, ti consiglio un articolo che hanno scritto i ragazzi di Madre in Italy.
È un test per capire se sei veramente un cittadino del mondo.
Ok, proseguiamo…
Voglio condividere con te ciò che provo oggi.
Voglio farti sapere che ho scoperto una cosa.
Voglio condividere perché è un po’ come abbracciare.
Voglio condividere perché festeggiare da soli non è festeggiare.
È un po’ come innamorarsi e non poterne parlare con nessuno.
Voglio condividere perché sono sempre pronto a mettermi in discussione.
Perché certe cose assumono più valore solo quando le condividi…
Sono partito dall’Italia 9 anni fa, litigando con tutti!!!
Vivevo una vita che definivo stretta.
Avevo 25 anni, una famiglia che mi soffocava, mille difficoltà e la voglia di libertà che mi bruciava addosso.
Vedevo il mondo come l’unico rimedio, e ogni destinazione mi andava bene.
Ho litigato con l’Italia perché la mia vita mi sembrava complicata.
Me la sono presa con tutti, anche con te.
Si, se sei italiano, io me la sono presa anche con te, con quella che definivo una mentalità diffusa, paesana, retrograda, borghese, perbenista e cattolica.
Questo è quello che pensavo e che mi ha portato ad evitare gli italiani ovunque.
Mi dicevano: “qui c’è una comunità di italiani!”, pensando di farmi cosa gradita.
Io fuggivo.
Ho tagliato un cordone ombelicale con tutto ciò che non condividevo.
Volevo la libertà di essere me stesso, e con gli italiani credevo di non poterlo fare, mi sarei sentito giudicato e consigliato.
Sai quelle cose del tipo “di dove sei?”, “pensa, ho un amico che vive dalle tue parti…”.
Quando incontri gli italiani all’estero sembra che sappiano sempre tutto, oppure incontri quelli che fanno i furbi, che siccome sei arrivato da poco fanno finta di darti una dritta e si approfittano della tua ingenuità.
Li ho evitati tutti.
Pensavo: che senso ha andar via dall’Italia per poi andarla a cercare altrove?
No, la mia partenza era un BASTA!, voglio vivere in un modo diverso da quello in cui sono cresciuto, in cui se non hai le scarpe fighette non vali nulla!
E così sono partito per l’India, anche se non si può dire India.
In un Paese così grande, diverso da regione a regione, non puoi dire India…
Sono finito sull’Himalaya, in Ladak, a Leh, sul tetto del mondo.
E dopo qualche mese, da quel tetto, ho iniziato a vedere con più distanza le cose.
Leh è il luogo in cui dicono che nasce l’acqua.
Non ho mai capito se fosse vero, ma senza dubbio vedi scorrere l’acqua ai bordi di ogni strada, ed è una delle città più pure ed incontaminate che io abbia mai visitato.
Sai perché?
A Leh domina la presenza di tibetani!
Non ho mai visto nessuno arrabbiato, mai assistito a scene di violenza, di lotta, mai un episodio di criminalità.
Ho alloggiato a lungo in una guest house gestita da una famiglia tranquilla.
Un posto pieno di fiori di tutti i colori, con poche stanze e molta cordialità.
Mi hanno perfino messo a disposizione un motorino, anche se Leh è una città che giri a piedi.
Ricordo ancora il profumo del tè e della frittata a colazione, l’odore delle spezie e l’aria pulita, i bambini che giocano in giardino e i monaci buddisti che recitano nel grande monastero al centro della città.
Durante i primi giorni ero curioso.
Sai cosa mi colpiva?
Gli asini in mezzo alla strada utilizzati come mezzo di trasporto; le sciarpe e le stole di YAK (una lana tipica di quei posti) vendute ovunque; gli oxygen bar, dei luoghi dove potevi entrare ad inalare ossigeno (vista l’altitudine); la semplicità (vivi con poco); poi, tutto questo è diventato familiare, ed io sono rinato.
Ho scoperto che con i soldi che avevo sarei potuto rimanere a lungo, e così sono rimasto.
Se vuoi fare pace con il mondo e conoscere una natura che altrove sembra dimenticata, Leh è il posto dove andare.
Ma… c’è un MA.
Ho commesso il grave errore di sottovalutare il viaggio, la distanza, i disagi, le curve.
Per arrivare a Leh, sono partito con un piccolo bus da Manali.
Attento, molti consigliano di raggiungere il Ladak con queste Jeep o bus organizzati perché si spende meno e ti godi il paesaggio mentre sali sull’Himalaya.
Si parte di notte, caricano il tuo zaino sul tetto, lo legano stretto, e da quel momento inizia una sfida!
Una vera sfida.
Eravamo in nove.
Io l’unico italiano.
Abbiamo fatto un percorso durato 18 ore.
Solo due soste, una in un villaggio per fare colazione e rifornimento di benzina, l’altro nel pomeriggio per sgranchire le gambe.
18 ore interminabili segnate da curve a gomito e strapiombi che fanno paura.
In quelle 18 ore mi sono chiesto ogni 20 minuti perché mi fossi fatto convincere a quella scelta del bus!
È vero, un paesaggio mozzafiato, ma quando dopo 11 mesi ho deciso di lasciare il Ladak, avevo una sola certezza, quella di tornare a New Delhi in aereo.
Ed è così che ho fatto!
Non dimenticherò mai il paese della pace, dell’acqua, della purezza e dell’amore.
Il luogo in cui sono rinato per la seconda volta è per me una casa, in cui sono cresciuto, cambiato e ho ritrovato la mia famiglia.
L’ho ritrovata solo quando ero lontano da dinamiche stressanti, angustie personali e troppe parole inutili.
A Leh ho scoperto il valore del silenzio, ed è stato a quel punto, dopo nove mesi, che un giorno ho deciso di telefonare a mia madre in Italia.
Indimenticabile, è l’unico modo in cui riesco a definire quella telefonata.
Inoltre a Leh si parla inglese, e dopo nove mesi, per la prima volta, con mia madre al telefono, ho parlato in italiano con qualcuno.
Dopo due mesi da quella chiamata sono arrivato a Delhi con il cuore gonfio di nostalgia, e lì è iniziata la mia storia da Expat.
In 9 anni sono rientrato in Italia 4 volte, sentendomi sempre un turista.
Mi sono specializzato in consulenze informatiche, e l’India in questo ha significato tanto.
È un lavoro che mi ha permesso di guadagnare girando il mondo, finché ho deciso di fermarmi, prendere una casa in affitto, innamorarmi, comprare una macchina.
E così sono passato da Nuova Delhi a Toronto.
Due mondi opposti, come se avessi vissuto due volte, fino al giorno in cui tutte le mie certezze sono crollate.
E’ stata una mail a cambiarmi la vita!
Più o meno diceva così, anche se per discrezione sarò generico: “sono Tizio e Caio dell’azienda X. Abbiamo preso visione delle sue competenze sul suo profilo Linkedin. Stiamo cercando un professionista con le sue caratteristiche da collocare come responsabile per la nostra sede italiana. Ci piacerebbe che lei fosse disponibile ad un colloquio su Skype”.
Un dubbio amletico!
Tornare in Italia?
Ma no!
Io in Italia sono un turista!, pensai…e accettai il colloquio Skype.
Tra 4 mesi tornerò in Italia, a Roma. E’ l’ultima cosa che avrei pensato di fare, ma ogni mattina, davanti allo specchio, sorrido pensando a quanto sia bizzarra la vita: ho trovato un lavoro in Italia dopo 9 anni che ero all’estero.
Forse, se non fossi mai partito, sarei ancora disoccupato!
Ed arriviamo alla mia scoperta, quella che voglio condividere con te, con tutti gli italiani che dopo la mia partenza ho incontrato, conosciuto, frequentato e adorato come fratelli, di quelli che quando citavo un proverbio mi capivano…
Se hai deciso di tornare in Italia, voglio condividere con te una scoperta che sto approfondendo, ed è questa.
Mentre mi sto organizzando per tornare in Italia, mi sono trovato davanti al terrore burocratico.
Devo riprendere il medico; devo fare un trasloco e riportare in Italia la macchina; devo riprendere in mano le cose come se fossi uno straniero che arriva in Italia, seppur il mio passaporto sia italiano!
Ma poi, ho fatto una scoperta!
Sul sito del Ministero degli esteri, leggo quanto segue:
RIENTRO DEFINITIVO IN ITALIA
Il cittadino italiano residente all’estero da almeno 9 mesi e che trasferisce la propria residenza in Italia ha diritto ad agevolazioni doganali e – a seconda dalle normative regionali, provinciali o comunali – a eventuali contributi finanziari….
Ho pensato…
…Incredibile!!!
Quindi vado immediatamente sul sito del Consolato Generale a Toronto, e trovo proprio questo:
Esenzione doganale
L’esenzione dai diritti doganali è limitata ai beni personali destinati all’uso personale degli interessati e loro familiari che per la loro quantità e natura non abbiano alcun intento di carattere commerciale.
Tale esenzione si applica ai beni personali importati da persone fisiche che trasferiscono la loro residenza abituale da un paese al di fuori dell’Unione Europea ad uno all’interno dell’Unione a condizione che:
- L’interessato trasferisca la sua residenza abituale nel territorio della Comunità dopo averla avuta fuori dall’Unione da almeno dodici mesi consecutivi
- I beni personali importati siano stai utilizzati per un periodo di almeno sei mesi nel luogo di precedente residenza
- Che siano destinati allo stesso uso ed utilizzo nel luogo di nuova residenza.
Sono esclusi dalla franchigia: i prodotti alcolici; i tabacchi e i prodotti del tabacco; i mezzi di trasporto a carattere commerciale; i materiali di uso professionale diversi dagli strumenti portatili delle arti meccaniche o delle libere professioni.
La condizione di cui al punto 2) per ciò che riguarda i beni non consumabili si intende assolta qualora trattasi di beni usati; per i beni mobili registrati (es. autovettura, motocicli ecc.) la prova del possesso e dell’utilizzazione dovrà essere fornita.
Il rimpatrio in Italia ed il conseguente trasferimento della residenza può essere comprovato dalla presentazione all’ufficio doganale di un’autocertificazione che andrà accompagnata da una fotocopia del passaporto in corso di validità.
Nel caso in cui si volesse importare in Italia un’autovettura o un motociclo in esenzione doganale occorre quanto segue:
- Residenza all’estero da almeno 12 mesi
- Codice Fiscale
- Possesso e uso del veicolo da almeno 6 mesi
- Carta di circolazione dell’autovettura
N.B.: Tutta la documentazione in lingua straniera dovrà essere tradotta a cura dell’interessato e convalidata.
Sarà che sono all’estero da nove lunghi anni, che devo ammettere la mia emozione nel tornare in Italia, ma questa scoperta, mi ha quasi commosso!
Sarà banale, ma è quello che voglio condividere sperando di rendermi utile ad altri che sono nella mia stessa situazione.
Al mio rientro in Italia invierò un post con tutto ciò che sarà stato importante capire, e se qualcuno di voi lo avesse già fatto, sarò felice di ricevere indicazioni
Con una valigia piena di emozioni, dubbi e perplessità…
By Luca
[…]
Ehi, aspetta un attimo prima di cambiare pagina.
Se sogni di trasferirti ma non sai da dove cominciare, ecco un test che ti aiuterà a capire qual è la strada da percorrere.
Bene, ora siamo davvero pronti.
Clicca qui e scarica gratuitamente la guida che ti svelerà quali sono le 11 cose da sapere prima di trasferirsi all’estero…
In bocca al lupo!
Francesco
6 commenti su “ESENZIONE DOGANALE: LA SCOPERTA DI LUCA”
Grazie per la tua scoperta Francesco,io sto a Melbourne e vivo qui,non ho nessuna intentions di tornare in Italia ma di sicuro questions tuo articolo puo interests are in molti qui.
Buona fortuna
Enrico
Ciao Enrico… Sono felice che tu stia bene in Australia e che non hai intenzione di tornare… E grazie per i complimenti. Spero che i miei articoli servano a tutti gli Expat in giro per il mondo. Buona fortuna a te 😉
Madre in Italy 🙂 bel nome… me ne sono accorto dopo un po’, inconsciamente leggevo “made”. Un saluto da un altro nomade. A differenza tua però ho imparato quanto sto bene in compagnia di italiani quando sono in giro. Un abbraccio.
si, i connazionali che rientrano in Italia hanno diritto all’esenzione dei diritti doganali sull’importazione delle proprie masserizie usate incluse le automobili usate da almeno sei mesi.
Tuttavia è meglio sapere che , relativamente alle automobili, i costi di nazionalizzazione sono scandalosi !!!! nella maggior parte dei paesi UE i costi di nazionalizzazione auto usata variano in una forbice di circa 40-100 euro…..nel nostro Belpaese occorrono circa 600 euro per immatricolare un’auto usata !!!! e, spesso non vale la pena .
Ciao Francesco, complimenti per il post, molto utile!
Io vivo in Ecuador da vari anni, ma solo da 14 mesi sono iscritta regolarmente all’AIRE, tra 1 mese faremo ritorno in Italia e sono a conoscenza delle agevolazioni doganali.. l’Ambasciata locale però mi dice che possono emettere il certificato per le agevolazioni doganali solo a chi ha risieduto in Ecuador per almeno 18 mesi consecutivi… 🙁
Sul sito della Farnesina però le indicazioni sono chiare, proprio come anche quelle citate dal sito dell’Ambasciata Italiana a Toronto, già 12 sono sufficienti!
.. tu hai già fatto rientro?
Oltre al certificato dei beni personali di che cos’altro c’è bisogno?
Con che ditta hai preso contatti in Italia per sdoganamento e trasporto fino a casa?
Grazie per i tuoi consigli!
Daje Luca.
Roma ti aspetta 🙂