Sono cresciuta in un “paesotto” di provincia, perdutamente innamorata della lingua inglese ( conosciuta nel lontano 1989), con nel cuore il sogno di vivere in Inghilterra.
La vita non fa quasi mai quello che progetti, ma credo ti porti dove sei destinato ad arrivare (con una buona dose di pro attività ) ed è così che l’agosto scorso l’ho passato contando i giorni che mi separavano dal trasferimento a Dublino; giornate trascorse a fantasticare su quello che mi avrebbe riservato la nuova città, a parlarne con entusiasmo con gli amici, a cercare informazioni per essere “pronta”, ripetendo a tutti me compresa che sì, sarebbe stata dura ma in fondo io ero “preparata”.
Con questa convinzione in tasca ho salutato mia madre, mio fratello e la mia migliore amica all’aeroporto, ripetendomi fino alla nausea “sono pronta, andrà tutto bene” in attesa al gate mentre il mio cuore si spaccava a metà: una parte piena di gioia, entusiasmo ed impazienza a cominciare una nuova vita, l’altra che si sentiva in colpa per quella gioia ricordandomi la tristezza sui volti delle persone che amo e mi faceva sentire malinconica nel lasciare tutto ciò che conoscevo.
Ho preso l’aereo nella totale inconsapevolezza di quello che avrei affrontato da lì a due giorni, immersa nella mia illusione di essere “pronta”.
La verità è che nulla avrebbe potuto prepararmi, non importa a quanti gruppi o blog mi fossi iscritta, quante storie avessi letto o consigli avessi raccolto, non contava quanto mi fossi sforzata di immaginare le emozioni che avrei vissuto nel vano tentativo di prepararmi a reagire ad esse il prima possibile per godermi la mia avventura, quelle emozioni sono parte dell’avventura, quel misto di gioia, paura, solitudine e malinconia sono la prima avventura della nuova vita.
Affrontandole, vivendole con serenità (per quanto possibile) ti regaleranno una nuova consapevolezza, imparerai nuovi lati di te stesso e di tutte le fortune che hai e che troppo spesso nemmeno consideri.
I primi giorni sono stati duri, molto più duri di quanto avessi immaginato, mi sono sentita persa, sola anche se davvero sola non lo sono mai stata, mi sono opposta ai miei stati d’animo riempiendo le giornate di obiettivi, cose da fare, imparando la cartina a memoria ripetendo ossessivamente con un sorriso forzato che “va tutto bene, sto bene”.
Poi, sono crollata…
Ho pianto per due ore ininterrottamente tra le braccia del mio compagno tutta la frustrazione ammettendo quello che non volevo ammettere: ero felice di essere lì, ma ero comunque spaventata.
Avevo paura!!!
La nuova vita aveva tutto il potenziale soffocato da un carico di aspettative che mi mettevano ansia, e mi mancavano il mio cane, la mia città, i miei amici e non capivo cosa diavolo dicesse la gente con quel dannato “dubliner slang”.
Ho cominciato a respirare, con calma, dopo tutto quel piangere ho capito che andava bene così: andava bene sentirsi persi, andava bene sentirsi un po’ soli, sentire la mancanza degli affetti o di un piatto di pasta decente, era giusto avere difficoltà con la lingua in fondo ero lì da una settimana, non dovevo dimostrare niente, non era una gara, era ed è la vita: si impara giorno per giorno, un passo alla volta.
Dovevo solo concedermi il tempo.
Quindi mi sono rilassata, ho cambiato il modo di affrontare le mie giornate, anziché preoccuparmi di memorizzare una strada mi godevo la sua bellezza, ciò che offriva dal negozietto dell’artista che vi esibiva, invece che contare i CV consegnati prestavo più attenzione alle persone con cui interagivo; avevo passato settimane a sognare la vita nella mia nuova città, non volevo più sprecare tempo facendomi venire l’ansia se la realtà non aderiva perfettamente al sogno.
Ed è il risultato è stato che, piano piano, tutto si è risolto da solo. Col tempo…
C’è un detto che recita “GOOD THINGS COME TO THOSE WHO WAIT”, adesso lo so anch’io!!!!! 😉
By Sonia
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3 commenti su “DATEVI TEMPO”
Semplicemente “intenso”. Bellissime riflessioni!
Ciao Vitiana e piacere di conoscerti. Sono Francesco il Founder di Madre in Italy. Conosco i tuoi portali e i tuoi e-Book e volevo farti i complimenti. Un abbraccio
Attivissimo.Ma il "creazionismo" non è una definizione della divinità (di cui stavamo discutendo), ma una teoria che pretende di essere l'unica verità del mondo, non solo ponendosi contro la scienza ma anche contro il buon senso (non si capisce perché Dio dovrebbe voler ingannare l'intelligenza degli uomini "truccando" le roccie).Ma non è dimostrando che il creazionismo è una falsa credenza, che rendi falsa l'esistenza di una qualsiasi divinità .