Era da tanto tempo che non mi sedevo davanti ad un computer a scrivere dell’Australia….
Forse perché speravo con tutta me stessa che in questi mesi qualcosa riaccendesse la fiamma del mio rapporto d’amore con questo continente.
Mi è sempre piaciuto paragonare l’Australia come ad un mio fidanzato e a volte sedermi a riflettere su questa relazione, un amore strano, confuso, turbolento ma verace, unico e irripetibile.
Ma come tutti i rapporti sono arrivate le crisi, i silenzi, i pianti nascosti, le delusioni e la grande confusione sul cosa fare di questo amore.
Si perché la mia avventura qui, cominciata più di 4 anni fa, ha avuto lo stesso percorso che si segue quando ci si innamora di qualcuno, i primi anni era così forte questo sentimento che non ero lucida per capire cosa avessi di fronte ai miei occhi.
Tutto era stupendo, romantico e pieno di aspettative, ignoravo i segnali che mi dicevano che forse questo non era il posto giusto per me, era come se avessi un uomo e lo vedessi dolce ed interessante mentre in realtà era una persona superficiale ed egoista.
Non ho scelto gli ultimi due aggettivi a caso….
Ahimè no!!!!
Passata la fase iniziale di amore assoluto, durata ben due anni, ho iniziato a guardare con occhi più attenti questo paese, ho iniziato a rendermi conto che quella strana sensazione di non appartenenza a questa vita era un sentimento che aleggiava nelle vite di molte altre persone.
Allora ho deciso di soffermarmi, di rallentare, di capire, di guardare il tutto non più con gli occhi da innamorata, ma con gli occhi distaccati per capire quale fosse la giusta angolazione da cui guardare questa esperienza.
Vi assicuro che è stato un viaggio ed una scoperta estenuante, ma che mi aiutato a capire di come avessi enfatizzato questa avventura.
Ed ecco che ritornano i due famosi aggettivi…..
Superficiale ed egoista!!!!
Potrei spendere ore a decantare le mie ragioni sul mio pensiero, lo faccio già qui e vengo attaccata ferocemente, ma, quello che penso dell’Australia, è che sia un paese fatto a strati, il primo è quello della falsità, sembra che la gente sia carina e si preoccupi di te, ma credetemi non lo fanno e tutte quelle paroline carine che vi dicono sono un copione che ripetono un po’ con tutti.
Il secondo strato è quello della superficialità, ebbene si l’unica cosa che conta per loro sono i soldi.
È il loro valore assoluto, vivono per fare soldi perché devono poi ostentare la loro ricchezza.
Poi c’è lo strato dell’omologazione strettamente collegato a quello della superficialità.
A me loro sembrano tutti uguali, se salite in un treno o bus e vi soffermate a guardare le persone intorno a voi, vi renderete conto che sono tutti identici.
Devi per forza avere un I-phone, i modelli di scarpe in voga sono 3 e quindi devi comprare quelli, e così per mille altre cose e come se mancassero di originalità e sono degli stereotipi viventi.
Sono stata in vacanza in Nuova Zelanda e mi sono resa conto di questa cosa, di come lì la gente fosse differente l’un dall’altra, che nessuno ti guardava disgustato se come telefono non ne avevi uno super mega costoso.
Poi c’è lo strato dell’egoismo che va assolutamente a braccetto con tutti gli altri stati, questo tipo di atteggiamento lo ritroverete soprattutto nel campo lavorativo, se a loro non servite più possono lasciarvi a casa anche con un semplice messaggio ma, ancor peggio a volte e quando vi dicono ti aggiorno sui prossimi turni e non avrete mai più loro notizie.
Lo so che sono parole dure quelle che ho usato, ma, l’ho fatto perché si ha davvero un idea sbagliata di questo paese, lo si enfatizza troppo.
Tutti sono bravi a scrivere dei mille aspetti positivi, ma raramente qualcuno sottolinea quelli negativi.
Può sembrare sciocco ma credetemi fare i conti con tutto questo non è per nulla semplice.
C’è un ultimo strato di cui vorrei parlare, quello della scarsa cultura che appartiene agli Australiani e che sentirete come un grosso divario, noi italiani (per quanto il nostro paese al momento sia un grosso disastro) siamo un popolo di scrittori, pittori, musicisti, scienziati, atleti e abbiamo una forte cultura, cultura che scarseggia pesantemente nel mondo a testa in giù.
Nonostante questo per me questa esperienza resterà per sempre un’avventura straordinaria perché come già detto gli aspetti positivi di questo paese sono davvero molti, anche se per me l’Europa resta pur sempre l’Europa!!!!
By Stefania
[…]
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Francesco
11 commenti su “COSA PENSO DELL’AUSTRALIA”
Premetto che rispetto il tuo pensiero. Il mio ė semplicemente diverso. Questa descrizione puo adattarsi a qualunque paese. Ovunque ci sono persone egoiste e superficiali. Basta riconoscerle e evitarle. Tutto il mondo ė interessato ai soldi, nn solo gli australiani. Anche noi lo siamo, perche se siamo qui ė anche perche nn ci va giu di restare in italia a 1000 euro al mese con un capo che ti insulta. Qui nessun capo mi ha mai insultata e se lo fanno si puo andare via perche sei certo che troverai un altro lavoro subito. Non condivido il discorso sull apparenza perche qui sinceramente a nessuno importa nulla di come ti vesti tant ė che vanno in giro scalzi o in pigiama. Io vedo persone moooolto diverse tra loro, ognuno con la sua cultura i suoi vestiti le sue usanze. Forse dipende un po’ dalla città, io sono a Melbourne. Good luck !!!!
Condivido con Miki 100%, qui da 20 anni ho lavorato duro ed ho ricevuto molto, qui a Brisbane a nessuno importa che telefono hai o come sei vestito, si senza dubbio manca la cultura, ma la cultura che alla quale ti riferisci Stefania non e dell’italia di oggi. Gli italiani di oggi hanno ereditato la ‘cultura’ basta accendere la televisione in italia per capire come siamo caduti in basso
Non so da che parte di Italia arrivi ma a Milano è così, soldi, iPhone, moda… L’unica cosa che condivido è quella sulla cultura… difficile eguagliarla la nostra peccato che agli Italiani non gliene frega niente della propria cultura altrimenti farebbero una rivoluzione x cambiare le cose invece che andarsene in Australia x cui alla fine penso che tutto il mondo è paese, ciò che cambia siamo solo noi e la nostra percezione di esso
A Stefania,
complimenti per la schiettezza ed efficacia del tuo intervento.
Sono in Australia da oltre 10 mesi, l’ho girata in lungo e in largo affrontando le più svariate situazioni…e condivido pienamente la tua descrizione: superficialità ed egoismo, vagamente celati dietro sorrisoni e frasi fatte ripetute a tutti.
Ti chiederei…come hai fatto a restare 4 anni?! Per la serie: AAA cercasi motivazione per prolungare la permanenza in Oz, dato che l’offerta lavorativa è davvero imparagonabile a quella del bel paese! Ma ne val davvero la pena di vivere in una società così? …e soprattutto, quanto si può durare?!?!?
Salve a tutti.
Io ho vissuto in Australia per dieci anni. Sono diventato cittadino Australiano nel 2006 con relativo passaporto.
Il mio primo lavoro e’ stato come impacchettatore del pane. In Italia ero un tassista laureato in Giurisprudenza alla Sapienza di Roma.
Mi sono trasferito in Australia nel 2001 come residente permanente. Dunque, ho fatto tutto l’iter compresi gli esami di inglese e i vari accertamenti e tests davvero lunghi e costosi.
Appena in Australia, mi sono state regalate 530 ore di inglese gratis ad alto livello. Io vi ho preso parte senza esitazione. Gli italiani che vivevano li, direi che hanno solo vissuto li, ridevano. Perche’ io studiavo con i rifugiati Africani che. l’Australia in quanto paese del Commonwealth deve accettare in una certa misura annualmente.
Dopo qualche mese mi sentivo ben preparato ed ho subito fatto domanda come ragioniere in una societa’. Dopo il primo colloquio mi offrono l’impiego.
In pochi mesi il capo, un New Zelandese mi lascia la direzione quasi di tutta l’azienda. Bravissima persona lui, ma strettamente motivato dalla meritocrazia.
In questa societa’ ci lavoro per un anno, poi comincio a guardare altrove. Premetto che lo stipendio era diventato davvero alto, se commisurato con quello dei middle managers italiani.
Dopo una settimana e 5 colloqui, mi offrono un altro lavoro in una societa’ di accounting correlata con l’industria mineraria. Il 70% dell’economia Australiana proviene appunto dall’industria del mining.
Insomma per accorciare la mia lunga e densa esperienza in Australia, vado al nocciolo.
Alla fine mi prendo la doppia e terza laurea in Australia in Economia & Commercio e Legge. Studiavo 15 ore al giorno ed il Grandissimo Governo Australiano mi ha pagato sia gli studi che, hanno un costo proibitivo che il vivere.
Io mi ero comperato la mia villetta e loro mi mantenevano. Mi sono laureato prima del tempo, proprio per ringraziarli di questo regalo immenso.
Dopo una settimana dalla laurea, ho trovato lavoro in uno studio commerciale internazionale. Grandisssima esperienza spirituale e dal punto di vista della carriera.
Ho sostenuto l’esame di stato mentre lavoravo e sono avanzato con competenze.
Lo studio mi ha fatto girare continuamente intorno al globo. L’Australia e’ un paese ricchissimo, dunque i suoi cittadini spesso hanno interessi in tutto il mondo.
Non ho mai piu’ trovato un’opportunita’ a questo livello.
Ora sono quasi due anni che vivo a Roma. Ho deciso di cambiare vita. Non sto qui ad elencarvi cio’ che penso e che ho trovato.
Per tutti coloro i quali stanno pensando di andare in Australia e provare, vi dico andate, ma dovete sapere cio’ che vi aspetta.
L’Australia non e’ piu’ il paese che era nel 2007/2008, quindi nel periodo del boom.
Ora c’e’ un tasso di disoccupazione molto alto e trovare un impiego e’ molto difficile.
Il livello di inglese non e’ quello che in media esiste in Italia. Parliamo di livelli davvero alti, praticamente quasi un madrelingua. In questo modo si hanno piu’ chances di trovare ottimi impieghi. Non dimentichiamoci che ci sono anche lavoratori che, provengono da paesi dove l’inglese e’ la prima lingua.
Occorre essere molto ma molto competitivi e dedicati.
Gli Australiani discriminano molto chi non parla o parla male la lingua. Senza pieta’!
Se si hanno soldi, perche’ non esistono aiuti per chi non ha visti permanenti da almeno due anni, e tanta voglia di riuscire, compresa la pazienza di soffrire ed aspettare, allora si puo’ arrivare anche li.
Al di fuori del lavoro, sara’ molto ma molto difficile trovare amicizie durature. Molto difficile! Loro bevono tantissimo e credono che il divertimento sia quello. Quasi tutti lo fanno!
Per quando riguardano i rapporti di lavoro, non ci sono problemi. C’e’ molta cordialita’ ed i diritti sono rispettati in todo. Ovviamente occorre essere capaci di lavorare, altrimenti il licenziamento non e’ un problema per loro. Ma gli italiani debbono capire che e’ un bene, perche’ si ha la possibilita’ di crescere in questo modo. Non siamo in Italia.
Io ho lavorato anche per il Ministero delle Infrastrutture Australiane a Perth, Western Australia. Bene, una grandissima esperienza anche questa, ma essendo io una persona dinamica, mi sono licenziato dopo un anno.
Le case in affitto costano molto, specialmente a Perth. La vita in generale ha un costo alto in Australia. Questo per via dell’inflazione che, non come in Italia, ha un impatto immediato sul costo della vita.
Se si e’ in possesso di visti permanenti, dopo due anni di permanenza nel paese, come predetto, allora arrivano gli aiuti. Prima no, dovete fare tutto da soli. L’Australiano pensa a se, e non si preoccupa del prossimo. E’ molto egoista e materiale, ma non spietato come l’italiano. E’ come un bimbo, conosce solo quello e persegue solo quello.
Amano molto i barbecues, ma questo e’ sempre un pretesto per bere ed ubriacarsi.
Io ho un mio amico in Australia, e’ uno psichiatra. Mi ha detto proprio due settimane fa che, in Australia una persona su cinque assume psicofarmaci. Riflettete!
Io avevo dei clienti a studio, i quali dicevano cose agghiaccianti pensando che tutto rientrasse nella normalita’. Del tipo…ho perso mia madre, beh era vecchia..poi mi sono ubriacato e tutto e’ andato meglio.
Non dovete sorprendervi di questo, perche’ loro solo questo conoscono.
Ora sta a voi, i 1000 euro al mese in Italia, trattati male con managers incompetenti e caproni, ma soprattutto sprovveduti come la maggior parte della popolazione, oppure l’Australia, molto difficile in termini di documentazione per entrare e estremamente diversa da qualsiasi altro paese, ma che da la possibilita’ di vivere e magari, perche’ no, costruire una famiglia, ma attorniati da un gruppo di ubriaconi oppure persone affette da grosse problematiche psicologiche. Sta a voi, cari!
Luca
Quanto è vero! Se non ci fosse da un lato il forzato sbandieramento dell’Australia come il paese migliore al mondo forse cascherebbe meno il latte alle ginocchia quanto si aprono gli occhi sulla realtà. Sydney e Melbourne non sono l’Australia e tanti non si addentrano nella cruda australia. Io vive in zona rurale per scelta di vita e connessione con la Natura, ho sposato un australiano che non vede l’ora di andarsebe da questo paese: egoismo individualismo e superficilità sono nel mio quotidiano. Persone incompetenti e ignoranti riempiono le mie giornate a lavoro, quando vado a mangiare fuori e in ogni contesto. Vogliamo poi parlare del sistema lavorativo, di immigrazione, educativo e sanitario? Se non avessi conosciuto mio marito non penso sarei rimasta qua. Ma ora ci devo stare per via di una lunghissima burocrazia che mi vieta di uscire dall’Australia. Ciò che conta alla fine è crearsi un micromondo, ma in generale il mio voto per questa isolona è molto molto basso.
Anche io mi sono accorto sin da subito di tutti i difetti di questo paese e se devo essere sincero mai e poi mai consiglierò a qualcuno di vivere qui.
Potresti per favore spiegare in dettaglio ( tu che sicuramente sei più immersa nel sistema) cosa intendi per sistema lavorativo/educativo/ecc che non va? Ovvero puoi argomentare meglio?
Sono interessato al tuo punto di vista che sicuramente è più completo del mio.
Ciao Stefania.
Prima di tutto, grazie per condividere la tua opinione. Devi dire che mi ha lasciato spiazzato. Dal punto di vista lavorativo non critichi l’Australia per niente. Però secondo me, l’Australia viene vista come una terra di opportunità fantastiche in una maniera molto esagerata.
Contestualizzo. Sono laureato in Matematica (di Milano), e ho pure fatto uno stage pagato come statistico in Spagna. Subito dopo sono venuto in Australia, circa due mesi fa. Ho fatto centinaia (non è un iperbole) di richieste di lavoro, per i quali comunque ero qualificato, ottenendo pochi colloqui e nessun lavoro. Infatti, non trovando nulla nel mio campo ora faccio l’operaio (labourer). Ora, se davvero l’Australia ha tutte queste opportunità per gli stranieri, perchè non ho trovato nulla? In Spagna e in Italia sono stato contattato per diverse offerte di lavoro. Qui, manco mi fanno un colloquio.
Lo so. Il Working Holiday Visa è un grosso svantaggio, così come essere freschi di laurea. Però, è davvero sconcertante la difficoltà che sto avendo a trovare persino un lavoro come barista! Esatto, pure a trovare lavori facili e poco pagati ho avuto molta difficoltà. Tra l’altro ora devo comunque cambiare perché in questa azienda per cui lavoro come operaio mi trattano malissimo (mi dicono dove lavoro il giorno prima e ogni due giorni lavoro in un posto diverso, e lontanissimo).
Io credo che l’Australia un tempo fosse aperta e piena di opportunità. Ora si sta chiudendo agli stranieri. Se non hai diversi anni di esperienza nel lavoro giusto, e fortuna, non mi sembra che questa terra abbia molto da offrire.
In ogni caso, forse devo solo insistere. O forse sto sbagliando qualcosa. Ma la mia impressione è che non assumono stranieri molto facilmente se non per lavori poco pagati e con contratti ‘casual’ (ti possono licenziare da un giorno all’altro o darti meno ore di lavoro a seconda dei loro interessi).
Mi sembra che in parte l’Australia offra illusioni a emigranti come me, che poi, diventano manodopera facile e a basso prezzo.
Buongiorno,
Ho trovato per caso questo blog e ho cominciato a leggere gli interventi che riguardano l’Australia, paese dove mi sono trasferito 6 anni fa.
Quello letto sopra secondo me può essere applicato anche ad altre realtà italiane e non, per esempio potrei nominare almeno 3 locali e un circolo sportivo della città (nord Italia, circa 60mila abitanti) dove ho vissuto fino al 2012 dove le persone si comportano esattamente come scritto nell’articolo, ti guardano dall’alto in basso e pensano solo ai soldi, a vestirsi bene e usare solo l’ultimo modello di telefono.
Ora non saprei dove vive l’autrice e se ha riscontrato quei comportamenti ovunque, ma dal punto di vista personale ho raramente riscontrato qui in Australia quanto descritto.
Penso che lamentarsi per la mancanza di cultura in Australia (o anche negli USA) è come andare in Islanda d’inverno e lamentarsi per il freddo. E comunque la cultura degli Aborigeni risale a migliaia di anni fa ed è molto interessante, però bisogna viaggiare un po’ per trovarla e non basta stare solo in città; io l’ ho fatto e ne vale veramente la pena. Poi qui si può aprire un lungo discorso sul colonialismo inglese e i disastri che ha combinato, ma preferirei lasciarlo per un’altra volta.
Quando si parla di “3 tipi di scarpe” si intendono piedi nudi, infradito e ugg? No perchè io vedo questi ai piedi di buona parte delle persone…
Sul concetto di amicizia possiamo anche essere d’accorso, però ricordiamoci che gli anglosassoni in genere hanno un concetto di amicizia un po’ diverso da noi latini; è semplicemente una cultura diversa, può non piacere, ma come tale va rispettata.
Essere licenziati con un messaggio è qualcosa che ho visto fare, ma erano tutti lavoratori casual (o in nero) in bar o ristoranti. Se uno viene assunto con contratto regolare il datore di lavoro deve rispettare determinate regole, e qualora non dovesse farlo il lavoratore può trovare tutti gli strumenti e il supporto necessario.
Cosa penso io dell’Australia? Che come tutti gli altri paesi non è perfetto, ma rispetto all’Italia offre più possibilità di vita e di lavoro; ovviamente bisogna farsi il mazzo, e questo vale comunque come regola generale.
Saluti
fred
Non ci potrei mai vivere i paesi di stampo inglese mi fanno troppo schifo sono troppo razzisti, troppo falsi, troppo cattivi e disumani.
Possono dare del lavoro dipende però cosa si becca quasi sempre lavori di basso livello tipici per gli immigrati forse con questi lavoretti ci si può pagarsi una casa, forse anche l’auto e farsi una vita almeno di base come era da noi fino a 20 anni fa però vivere in un luogo dove l’ambiente umano e morale mancano totalmente per quanto si è forti e ci si consola falsamente con il lavoro anche umile che ti manda molto pesantemente avanti ti annientano interiormente non vivi più ti fanno perdere l’anima e la sanità mentale.
Chi parla bene degli australiani come degli americani, degli inglesi, degli olandesi, dei tedeschi, degli scandinavi, degli slavi, dei francesi e degli spagnoli non li conosce assolutamente o è cattivissimo e marcissino come loro.
Gli italiani sono davvero il popolo più umano che c’è tralasciando i meridionali e i settentrionali che hanno grossissime contaminazioni straniere antiche che li ha indemoniati.
Poi come si può vivere in Australia un posto quasi sempre con temperature roventi ma con il freddo in estate?
Chi rimanere a viverci come nel resto dell’estero facendoci figli e crescendoli là non lo fa per aspettative di vita più o meno migliori ma principalmente perché sono estrofili di natura e odiano profondamente la nazione d’origine tanto che finché ci vivevano facevano il peggio del peggio per distruggerla sono di indole cattiva.
Noto che chi abbandona definitivamente la nazione ha questa orribile caratteristica gente crudele che vive per annientare la vita agli altri.
Meglio averla perduta per sempre.
Ciao vivo in Australia da 5 anni he sono nella tua stessa identica situazione.
Sono anche diventato cittadino e mi considero molto ben integrato e parlo inglese perfettamente.
Tuttavia…
Innamoratissimo all’inizio, anche se fin da subito ne ho notato (ed ignorato) i difetti.
Alcune cose, come la falsità e la superficialità le ho notate solo dopo.
Il mondo del lavoro è terribile in molti settori. Certo si guadagna tantissimo, ma si spende tantissimo e si viene trattati come numeri.
I rapporti interpersonali e la vita sociale sono pressoché inesistenti e si limitano alle frasi di circostanza.
È una società estremamente introversa ed individualista. L’Australiano medio non ha amicizie e se le ha si vedono raramente.
Non c’è cultura. L’Australiano medio evita ogni tipo di evento di aggregazione e non esprime mai ciò che pensa. Se tu lo esprimi per primo, raramente ti dirà che non è d’accordo, ti asseconderà sempre, per non sembrare scortese.
La gentilezza che tanto ho apprezzato all’inizio adesso mi disgusta, perché puzza troppo di falsità. (ciò non toglie che l’assoluta maleducazione tipica dell’italiano medio sia pure peggio).
L’italiano medio che resiste qui in Australia per molti anni (il migrante in Australia in generale) è tipicamente una persona attaccata ai soldi, tirchia, che ha avuto una vita pessima in Italia o viene da zone disastrate o desolate in Italia, o non ha mai lavorato in Italia in maniera stabile.
Solo non concordo con l’omologazione alla moda in quanto penso che riguardo a questo molti italiani siano peggio e anzi qui nessuno ti guarda per come ti vesti.
Per tutto il resto condivido parola per parola, come l’avessi scritto io.
Io sono ancora qui, in quanto la mia compagna è Giapponese, e per forza di cose la società multiculturale Australiana ci ha per ora trattenuto qui.
L’italia non è di certo un paradiso e ha forse molti più difetti che pregi, ma è casa, e sto pianificando di tornare in Italia.